L'autopalpazione

L'autopalpazione è un esame che ogni donna può effettuare comodamente a casa propria: permette di conoscere profondamente l'aspetto e la struttura normale del seno e quindi di poter cogliere precocemente qualsiasi cambiamento.

L'esame si svolge in due fasi:

  • l'osservazione permette di individuare mutazioni nella forma del seno o del capezzolo,
  • la palpazione può far scoprire la presenza di piccoli noduli che prima non c'erano.

Quando si parla di autopalpazione si pensa solo a un esame per la ricerca di noduli nella ghiandola mammaria, ma in realtà grazie a questo esame possono emergere altri segnali che devono spingere a consultare un medico, come retrazioni o cambiamenti della pelle, perdite di liquido dai capezzoli e cambiamenti di forma della mammella.

A partire dai 20 anni l'esame può essere effettuato una volta al mese tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo.
Rispettare questi tempi è importante perché la struttura del seno si modifica in base ai cambiamenti ormonali mensili, e si potrebbero di conseguenza creare, in alcuni casi, confusioni o falsi allarmi.
È bene ricordare che, oltre agli ormoni, anche l'età, il peso corporeo, la familiarità e l'uso di contraccettivi orali influenzano la struttura del seno che, a volte, specialmente nelle donne giovani, si presenta particolarmente densa e difficile da valutare correttamente con l'autoesame.

Tra i 40 e i 50 anni l'incidenza (cioè i numero di nuovi casi) del tumore del seno aumenta in modo rapido e costante e quindi le donne in questa fascia di età non possono rinunciare all'autopalpazione come strumento di prevenzione.

Con il sopraggiungere della menopausa, l'esame può essere eseguito indifferentemente in qualunque periodo del mese e deve essere effettuato con regolarità anche e soprattutto dalle over 60 poiché il picco di incidenza (numero di nuovi casi) del tumore del seno si colloca proprio tra i 65 e i 70 anni.

L'autopalpazione rappresenta un primo strumento di prevenzione del tumore del seno, ma da sola non può bastare e deve essere abbinata, a partire dai 45-50 anni, o anche prima in caso di familiarità o alterazioni, a visite senologiche ed esami strumentali più precisi come ecografia o mammografia.

Come si esegue?

La donna si deve posizionare di fronte ad uno specchio in un ambiente ben illuminato col busto ben eretto e le braccia lungo i fianchi.

La prima verifica consiste nel valutare eventuali variazioni di forma e volume delle mammelle rispetto al mese precedente, la comparsa di arrossamenti superficiali, piccoli infossamenti o retrazioni. Occorre prestar maggiore attenzione nell'esaminare il capezzolo e l'areola mammaria.

autopalpazioneUna volta alzate le braccia, si procederà con l'esame del quadrante inferiore e del solco sottomammario. Portando le mani sui fianchi e premendo con forza, si mettono in contrazione i muscoli grande pettorale e piccolo pettorale che permettono di rilevare anomalie nella forma.
L'autopalpazione va iniziata dall'esame delle fossette sopraclavicolari e dalle cavità ascellari, alla ricerca di eventuali ghiandole ingrossate.

Le fossette sopraclavicolari vanno esplorate con l'aiuto dei polpastrelli dell'indice e del medio della mano del lato opposto, avendo cura di tenere il braccio del lato esplorato pendente lungo il fianco.

Il cavo ascellare va esplorato flettendo il braccio sull'avambraccio, poggiandolo su un piano, a formare un angolo retto rispetto al tronco. I muscoli che delimitano la cavità ascellare non devono essere in tensione. L'esplorazione viene eseguita con le dita della mano opposta.

L'esplorazione manuale della mammella si esegue in posizione supina, mettendo un piccolo cuscino sotto la spalla corrispondente alla mammella. Il braccio dello stesso lato deve essere piegato al di sotto della testa.

L'autopalpazione deve essere leggera, praticata a partire dai margini (cavo ascellare, sterno, clavicole e solco sottomammario) verso il centro (il capezzolo). Può essere eseguita con le mani leggermente insaponate per renderla più fluida.

Come si esegue?

La donna si deve posizionare di fronte ad uno specchio in un ambiente ben illuminato col busto ben eretto e le braccia lungo i fianchi. La prima verifica consiste nel valutare eventuali variazioni di forma e volume delle mammelle rispetto al mese precedente, la comparsa di arrossamenti superficiali, piccoli infossamenti o retrazioni. Occorre prestar maggiore attenzione nell'esaminare il capezzolo e l'areola mammaria.

Una volta alzate le braccia, si procederà con l'esame del quadrante inferiore e del solco sottomammario. Portando le mani sui fianchi e premendo con forza, si mettono in contrazione i muscoli grande pettorale e piccolo pettorale che permettono di rilevare anomalie nella forma.

L'autopalpazione va iniziata dall'esame delle fossette sopraclavicolari e dalle cavità ascellari, alla ricerca di eventuali ghiandole ingrossate.
Le fossette sopraclavicolari vanno esplorate con l'aiuto dei
polpastrelli dell'indice e del medio della mano del lato opposto, avendo cura di tenere il braccio del lato esplorato pendente lungo il fianco.
Il cavo ascellare va esplorato flettendo il
braccio sull'avambraccio, poggiandolo su un piano, a formare un angolo retto rispetto al tronco. I muscoli che delimitano la cavità ascellare non devono essere in tensione. L'esplorazione viene eseguita con le dita della mano opposta.
L'esplorazione manuale della mammella si esegue in posizione supina, mettendo un piccolo cuscino sotto la
spalla corrispondente alla mammella. Il braccio dello stesso lato deve essere piegato al di sotto della testa. L'autopalpazione deve essere leggera, praticata a partire dai margini (cavo ascellare, sterno, clavicole e solco sottomammario) verso il centro (il capezzolo). L'autopalpazione può essere eseguita con le mani leggermente insaponate per renderla più fluida.