Il travaglio e il parto
C’è un potere che entra nelle donne quando partoriscono.
Le donne non lo chiedono, ne vengono semplicemente invase.
Si accumula come nuvole all’orizzonte e passa attraverso di loro,
portando il bambino con sé.
(Sheryl Feldman)
Il momento del travaglio e del parto è forse quello più atteso, ma anche più temuto dalle future mamme.
Durante tutta la gravidanza si cerca di immaginare che cosa succederà e le emozioni che si proveranno in quegli attimi: gioia, amore, forza, ma anche paura e dolore.
Il travaglio è un viaggio molto personale, influenzato da molteplici fattori.
Vari studi hanno dimostrato che l’ambiente circostante, lo stato d’animo dei futuri genitori e la presenza di professionisti attenti e rispettosi favoriscono il processo nascita.
Proprio per questo motivo è importante che accanto a voi ci siano persone che sappiano sostenervi, guidarvi e incoraggiarvi. Fin dall’antichità la figura dell’ostetrica, o come veniva chiamata un tempo “levatrice”, è da sempre stata associata al travaglio e al parto. Aiutava le donne a partorire in casa e le sosteneva e consigliava nella cura del neonato.
Oggi, soprattutto in Italia, spesso la figura dell’ostetrica è poco conosciuta, mentre è molto forte la figura del medico ginecologo. Questo perché la medicalizzazione dell’evento parto ha portato a pensare che senza la presenza del medico, la gravidanza e il parto non siano assistiti in sicurezza.
L’ostetrica, invece, ha le competenze e le conoscenze necessarie per assistere una donna durante tutto il percorso nascita fisiologico, dalle visite di controllo in gravidanza, all’assistenza durante il delicato processo del travaglio e del parto, al sostegno durante le prime cure del neonato. Essa esercita il suo ruolo con lo scopo di promuovere la salute e il benessere materno-neonatale e ha il compito di riconoscere situazioni che potrebbero allontanarsi dalla fisiologia richiedendo l’intervento medico.
Ma che cos'è il travaglio?
Per travaglio di parto si intende l’insieme di fenomeni che portano alla nascita del vostro bambino e all’espulsione della placenta. Ogni travaglio e ogni parto seguono un loro corso e non esiste una regola generale per tutte le donne. Anche la durata è molto variabile e dipende da donna a donna.
Il travaglio si compone di diverse fasi:
- Periodo prodromico
- Periodo dilatante
- Periodo espulsivo
- Periodo del secondamento
Il periodo prodromico rappresenta una fase di passaggio tra la gravidanza e il travaglio vero e proprio.
In questo periodo compaiono le prime contrazioni, che saranno però ancora brevi e irregolari, ma determineranno comunque le prime trasformazioni nel collo dell’utero.
A queste contrazioni si accompagnano spesso anche altri segnali, come la perdita del tappo mucoso. Il periodo prodromico ha una durata molto variabile e, in genere, progredisce abbastanza lentamente. In condizioni fisiologiche è consigliabile trascorrere questi momenti a casa, cercando di rilassarsi, ad esempio facendo una doccia o una bagno caldi e ascoltando musica.
Grazie a questa fase, voi donne potrete prendere contatto in modo graduale con il dolore, sperimentando la forza del vostro corpo e delle vostre emozioni.
Il periodo dilatante, invece, è l’inizio del travaglio vero e proprio.
Per convenzione si dice che inizia quando il collo dell’utero raggiunge una dilatazione di circa 3 centimetri e le contrazioni diventano più regolari, intense e ravvicinate (circa una contrazione ogni 5 minuti, della durata di circa 40-60 secondi).
In questa fase il collo dell’utero verrà stimolato notevolmente e raggiungerà la dilatazione completa di 10 centimetri. I tempi sono comunque molto variabili e sono influenzati da diversi fattori: ad esempio una donna al primo figlio procede in media con una dilatazione di 1 centimetro all’ora, mentre dal secondo figlio in poi è di solito più veloce.
Durante questa fase potrete avere accanto una persona di fiducia, che vi sappia sostenere e incoraggiare.
L’ostetrica a cui sarete affidate monitorerà il vostro benessere e quello del vostro bambino e valuterà l’evolversi del travaglio. A lei potrete rivolgere domande e dubbi, e vi saprà consigliare sulle posizioni migliori da adottare per sentire meno dolore e per facilitare la dilatazione. Ricordate che siete voi le protagoniste del vostro travaglio e, se non ci sono controindicazioni di natura medica, in sala parto dovete sentirvi libere di muovervi, di cambiare posizione, di ascoltare musica, di fare tutto quello che vi fa stare meglio.
Tra il periodo dilatante e quello espulsivo potrà verificarsi una fase detta di transizione, che durerà fino a quando sentirete il premito, cioè la voglia di spingere.
È importante non affrettare i tempi e rispettare questa pausa fisiologica perché serve ai vostri tessuti per adattarsi meglio al passaggio del vostro bambino.
Il periodo espulsivo è la fase delle spinte, grazie alle quali il vostro bambino attraverserà il canale del parto fino a nascere. In questo momento, nonostante la stanchezza e il dolore, sentirete una nuova ondata di forze, dovuta soprattutto al desiderio di poter finalmente abbracciare il vostro bimbo. Durante tutta la fase espulsiva sarete sostenute e aiutate continuamente dall’ostetrica, che vi starà accanto e assisterà il parto. Dovrete semplicemente assecondare la voglia di spingere, trovando la posizione che per voi è più comoda.
Dopo la nascita del vostro bambino inizia uno stadio molto delicato, quello del secondamento. L’utero comincerà a contrarsi per permettere l’espulsione della placenta, la quale verrà poi controllata dall’ostetrica.
Per favorire il secondamento si consiglia di attaccare il neonato al seno e di rimanere in un ambiente sereno e intimo. Uscita la placenta, verranno suturate eventuali lacerazioni e infine verrete aiutate a sistemarvi.
Da questo momento inizia la fase di post-partum, durante la quale l’ostetrica verrà a controllarvi regolarmente per assicurarsi che non ci sia un’eccessiva perdita di sangue e vi aiuterà ad attaccare al seno il vostro bimbo.
Bisogna ricordare che in sala parto l’ostetrica non ha solo il compito di assistere il parto, ma sostiene e accompagna la donna nel delicato momento in cui diventerà madre, garantendo un’assistenza personalizzata e creando un ambiente familiare intorno alla coppia. L’assistenza ostetrica non si limita infatti al monitoraggio degli aspetti fisiologici, ma si occupa anche del sostegno psicologico della donna.
L’ostetrica diventa portavoce delle preferenze della donna, propone metodi utili per contenere il dolore, rassicura il futuro papà e ricorda agli operatori sanitari che la futura mamma è prima di tutto una persona. Essa lavora con empatia, cercando di capire lo stato d’animo della donna e della coppia e di trasmettere tranquillità e sicurezza.
Numerosi studi hanno riportato che le donne supportate e sostenute emotivamente durante il travaglio riportavano una ridotta incidenza di utilizzo dell’analgesia epidurale, di parti vaginali operativi e tagli cesarei, e di insoddisfazione materna. Siccome i benefici risultano evidenti e non ci sono rischi associati, è importante che ogni donna abbia la possibilità di ricevere un sostegno adeguato e continuo durante il travaglio.
La figura ideale per svolgere questo compito è proprio l’ostetrica, infatti lei vi starà accanto durante tutto il travaglio, monitorando il vostro benessere e quello del vostro bambino, spiegandovi e informandovi su ogni procedura attuata, dandovi dei consigli e rispondendo ai vostri dubbi, ma saprà anche lasciarvi la giusta intimità.