IL NEONATO
L’assistenza al neonato rappresenta una grossa area di competenza ostetrica.
Iniziata durante la gravidanza con i controlli prenatali, essa si traduce in un’assistenza e sostegno al corretto e fisiologico adattamento del neonato alla vita extrauterina e alla sua crescita fino all’anno di vita.
I cardini principali sono:
- la promozione e tutela della salute fisica del piccolo
- il sostegno alla famiglia e all’importante relazione che si instaura tra madre e bambino.
Adattamento e prime cure
Quando un bambino nasce, il mondo caldo e ovattato dell’utero materno si trasforma in un ambiente freddo, rumoroso e… privo di acqua.
La nascita rappresenta un passaggio molto importante e impegnativo, nel quale il bambino mette in atto una serie di meccanismi istintivi che lo aiutano a sopravvivere nell’ambiente extrauterino. Si tratta di modificazioni funzionali (respiratorie, cardiocircolatorie e metaboliche) che intervengono in seguito al rapido passaggio dall’ambiente endouterino a quello atmosferico.
Competenza dell’ostetrica è sorvegliare e osservare il neonato durante questo processo, affinché ci sia un corretto e fisiologico adattamento, garantendo al bambino il calore di cui ha bisogno, un buon inizio dell’attività respiratoria, e soprattutto il contatto con la sua mamma, in modo da favorire un buon avvio all’allattamento al seno.
L’ostetrica presta le prime cure provvedendo ad asciugare e riscaldare il neonato, accertandosi che le vie aeree siano libere, e attribuendo il famoso punteggio di Apgar, che assegna un giudizio sulle condizioni di vitalità e viene considerato ottimale se superiore a 7.
L’assistenza al neonato prevede poi ulteriori cure:
- la rilevazione dei parametri antropometrici (peso, lunghezza, circonferenza cranica)
- le prime cure igieniche
- il trattamento del cordone ombelicale
- l’esecuzione delle profilassi
- l’esecuzione dei test di screening delle malattie metaboliche (questi ultimi vengono eseguiti a 48 ore di vita)
Le competenze del neonato
Quando si affaccia alla vita, il neonato possiede straordinarie capacità che gli consentono di espletare le principali funzioni vitali e di essere protagonista del proprio sviluppo.
Innanzitutto il neonato sa nascere: durante il passaggio nel canale del parto si adatta e si impegna istintivamente al bacino materno favorendo la progressione e l’uscita.
Inoltre, alla nascita possiede la capacità di adattare le funzioni neurovegetative (es. temperatura corporea, funzioni viscerali..) e soprattutto è pronto per un grande ed impegnativo cambiamento: la respirazione.
Un’altra competenza fondamentale per la sopravvivenza è il riflesso di suzione e deglutizione: il neonato, se posto sul ventre materno, sa cercare e trovare il seno, così come è in grado di attaccarsi, di succhiare e di deglutire il latte materno.
Sul piano fisico, il neonato possiede competenze motorie sviluppate già durante il periodo prenatale che gli consentono di reagire e adattarsi a determinati stimoli. Queste capacità si sviluppano e affinano durante la crescita, grazie all’interazione di diversi stimoli (sonori, tattili, visivi) che il bambino riconosce e associa.
Inoltre anche la capacità di autoregolazione è già presente alla nascita, e si esplica nell’alternarsi dei cicli sonno-veglia e nella capacità del neonato di autoconsolarsi e coccolarsi in situazioni di stress.
Infine il neonato tramite il pianto possiede una grossa ed importante competenza: la comunicazione, che anche se in una forma primordiale inizialmente è l’unico mezzo attraverso il quale può richiamare la nostra attenzione (es. per fame, dolore o semplicemente perché ha bisogno di una coccola).
I bisogni del neonato
Per quanto riesca a gestire i bisogni essenziali, il neonato non riesce a provvedere in maniera autonoma a soddisfare tutte le sue esigenze. Per favorire un buon sviluppo psico-fisico, emotivo e cognitivo ha bisogno di almeno un caregiver: una persona che si prenda cura di lui.
Innanzitutto il bambino ha bisogno di amore e di contatto, è in grado di percepire le emozioni e di trasmetterle. Catapultato nel nuovo mondo, ha bisogno di sapere che in caso di difficoltà c’è qualcuno che lo può aiutare.
Il pianto rappresenta il modo in cui il bambino fa conoscere i suoi bisogni, il suo mezzo principale di comunicazione.
Come necessità fisica il neonato ha bisogno di dormire molto, soprattutto i primi giorni, alternando fasi di veglia a fasi di sonno profondo o sonno quieto. Per questo motivo impostare orari fissi di sonno-veglia è spesso sconsigliato.
Anche l’igiene del corpo, la cura del moncone ombelicale e l’abbigliamento in generale (e quindi il provvedere a mantenere una buona temperatura corporea) sono bisogni del neonato che devono essere soddisfatti da un caregiver.
Esogestazione e contatto mamma/bambino
Con il termine esogestazione si intende quel periodo di 9 mesi dalla nascita in cui mamma e bambino entrano in contatto e cominciano la loro conoscenza nel mondo extrauterino, così come si erano conosciuti durante la gravidanza.
Come per la gravidanza, l’esogestazione si suddivide in tre trimestri.
Il contatto inizia alla nascita, col primo incontro tattile, olfattivo e visivo: avviene l’imprinting primario e si avvia il processo di bonding, cioè di attaccamento tra mamma e neonato.
Nel primo trimestre di vita, il contatto fisico stretto permette al bambino di imparare a riconoscere la madre attraverso la voce, l’odore, il tatto e la vista. Prendono avvio le prime relazioni sociali del bambino come individuo, anche se i suoi comportamenti sono modulati dalla relazione con la madre.
In questo primo trimestre madre e bambino possono incontrare delle difficoltà, devono sperimentarsi, trovare i propri ritmi e spazi, semplicemente devono ritrovarsi all’interno di quel rapporto già iniziato durante la gravidanza.
Nel secondo trimestre mamma e bambino si conoscono molto meglio, hanno trovato i loro ritmi e anche l’allattamento è consolidato. Il bambino sperimenta le prime risposte sociali come il sorriso e le smorfie in modo sempre più differenziato e selettivo; entra in relazione con altre persone giocando e afferrando oggetti.
Nel terzo trimestre il bambino inizia a gattonare e a staccarsi anche fisicamente dalla mamma, che ritrova una sua autonomia. Avviene quindi una specie di separazione della diade madre-bambino, anche se il processo di attaccamento continua e si consolida.
Per un buon sviluppo psico-emotivo, il bambino ha quindi bisogno di contatto, di amore, di qualcuno che si prenda cura di lui, che gli faccia sperimentare la prima relazione e interazione con un altro individuo. Questo è un aspetto fondamentale in quanto le prime esperienze influenzeranno le sue modalità relazionali future.
L’obiettivo dell’assistenza ostetrica quindi non si riduce al semplice controllo e sorveglianza della crescita del neonato ma si amplia in un’attività di promozione del suo benessere all’interno della famiglia, sostenendo la relazione madre-bambino, l’allattamento e la genitorialità.